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Gabriele Bortolozzo e il Petrolchimico di Marghera
Qualche decennio fa, chi percorreva di sera il Ponte della Libertà, il nastro d’asfalto che unisce la città una e trina, assisteva una visione unica: partendo dal centro storico, un miracolo di luci, colori, fumi e fiamme coesistevano in paradossale armonia con l’ambiente urbano che lo attorniava: la bellezza assoluta di Venezia, e le città di terraferma.
Giorno dopo giorno ci si abituava, si introiettava quel contrasto al punto di sentirlo intrensicamente naturale.
El mostro – quei fumi, quelle luci, quell’imbroglio – ha il dono della lievità, il potere della seduzione, la musicalità della promessa: ha un’apparenza sinuosa, ma un animo mefistofelico, e se ti prende non ti lascia più.
A quei tempi era invisibile, silenzioso, attraente: era il miraggio di un lavoro sicuro, la certezza di poter comprare merci, di mandare i figli a studiare e pagargli il dentista. Era l’America in provincia, minor fatica e più reddito, un sogno fronte laguna.
S’insinuava silenzioso nei corpi, si portava via le vite degli operai con inoffensiva semplicità statistica: era il prezzo da pagare, e molti pensavano ne valesse la pena.
Gabriele Bortolozzo, uomo mite, spiritoso, dotato di immaginifica lungimiranza ha rotto l’incantesimo, ci ha costretti a guardare in faccia la realtà. Lo ha fatto con coraggio, ma in solitudine, e ci ha lasciati troppo presto, non senza però affidarci una grande eredità.
Da questa siamo voluti partire per raccontare un risveglio, di coscienze e di memoria che dobbiamo non solo a Gabriele ma anche a noi stessi e a coloro che verranno dopo di noi. Il nostro cortometraggio ha l’ambizione di voler offrire nutrimento ad una discussione e ad un dibattito su temi che sentiamo nevralgici e rischiosamente sotterrati da una sorta di asfissiante emergenza: lavoro, diritti, salute, benessere.
Temi che oggi come allora sono al centro della scena politica, sociale e culturale ma restano sospesi e sembrano irrisolvibili.
Gabriele Bortolozzo ha ingaggiato una lotta impari ma esemplare contro un sistema, questa lotta ha generato una bella storia, e il nostro cortometraggio vorrebbe che questa bella storia diventasse patrimonio di tutti.
L’abbinata editoriale include il cortometraggio in formato dvd e il volume con una prefazione di Lorenza Carlassare e brani scelti da L’erba ha voglia di vita di Gabriele Bortolozzo.
Sinossi e note di regia
Questa è la storia di Gabriele Bortolozzo, eroe contemporaneo, eroe il cui nemico-mostro sono i veleni della produzione industriale tenuti nascosti dal Petrolchimico di Marghera, dici minuti in macchina da Venezia, venti minuti in bici. Questa è la storia delle domande che Bortolozzo ha cominciato a porsi negli anni, divenute poi pericolose certezze e subito dopo corpi senza vita di operai innocenti (e inconsapevoli). Queste domande sono qui rievocate con la liricità toccante di un’animazione ma con il concreto valore informativo di una reportage.
Il cortometraggio è completamente ispirato alla storia di Gabriele Bortolozzo, operaio determinato e gentile il cui desiderio di giustizia lo portò a lottare contro il sistema di industrializzazione, attraverso gli anni del boom economico. L’obiettivo del nostro cortometraggio animato non è tanto quello di rendere chiari tutti i riferimenti a persone e luoghi precisi. Dev’essere piuttosto un’esperienza onirica, nella quale lo spettatore può riconoscere non solo Venezia e i suoi operai, ma ogni singola città con un’industria che le è sorta accanto. E il sogno è completamente avvolto dal blues, in un luogo in cui l’intento informativo lascia il posto all’esperienza emotiva, e l’ammirazione all’identificazione.








Abbinata editoriale - Edizioni Mare di Carta

